mercoledì 28 maggio 2008

Allergie: come prepararsi al peggio

Con un’impressionante ritmo di crescita dei casi, annualmente dal 10 al 15% in più nella sola Lombardia, le forme allergiche catalizzano sempre di più l’attenzione di medici e pazienti, soprattutto con l’approssimarsi della primavera quando chi soffre di allergia si prepara al peggio. I sintomi più comuni, come è ben noto, sono a carico dell’apparato respiratorio, soprattutto nelle ormai diffusissime pollinosi, le allergie ai pollini che colpiscono il 10% circa della popolazione mondiale. Dopo l’apparato respiratorio, i sintomi più frequenti riguardano la pelle. Le manifestazioni cutanee sono infatti sintomo di alcune patologie sempre più diffuse, in cui la componente allergica può avere un ruolo importante, tra queste: dermatite atopica, orticaria. Quest'ultima, poi, resta per certi versi ancora una malattia misteriosa, che si caratterizza per l’eruzione improvvisa in qualsiasi parte del corpo di ponfi pruriginosi, spesso di breve durata, ma che arriva a interessare, nella sua forma acuta, il 15-23% della popolazione. Il 25% dei soggetti colpiti ha però un’evoluzione della patologia in forma cronica. L’eruzione cutanea è la conseguenza della liberazione di un mediatore chimico dell’infiammazione (l’istamina) che può essere dovuta a reazioni allergiche verso sostanze chimiche di origine animale e alimentare, ma anche verso alcuni farmaci. Diversi studi indicano anche una possibile correlazione tra orticaria cronica e alcune infezioni (in particolare da Helicobacter Pilori e dal virus dell’epatite C) e patologie tiroidee; inoltre un certo numero di orticarie possono essere classificate come autoimmuni. Laddove è possibile identificarlo, si procede alla rimozione dell’agente causale, ma la terapia è spesso limitata solo all’aspetto sintomatico in quanto di frequente gli esami, seppur numerosi, non danno un esito chiaro e la diagnosi si limita ad un generico orticaria cronica idiomatica.Esistono comunque regole generali a cui attenersi per non peggiorare la situazione. Ecco le tre fondamentali, dettate dagli specialisti nel corso del confronto tematico svoltosi sabato presso la casa dell’energia AEM di Milano. - evitare farmaci antinfiammatori o non essenziali alla sopravvivenza del paziente; - eliminare bevande alcoliche e additivi alimentari; - ridurre gli stress fisici e psichici.

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